lunedì 22 dicembre 2008
Il Sig. Khalihenna: il prossimo round di negoziati sul Sahara dovrà inaugurare una tappa di serietà
Il Presidente del Consiglio reale consultivo per gli affari sahariani (CORCAS), il sig. Khalihenna Ould Errachid ha affermato che il Marocco, al modo della Comunità internazionale, insiste sull'imperativo perché il prossimo round dei negoziati sul Sahara, inauguri una tappa " di serietà e di profondità che permette di raggiungere un regolamento definitivo della questione, che può essere soltanto l'autonomia, come sola ed unica opzione".
Il Sig. Ould Errachid, che era giovedì l'ospite della catena di informazione Al Jazeera nel quadro dell'emissione " Daïf al Mountassaf" , ha sottolineato che l'ex-rappresentante personale del segretario generale dell'ONU per Sahara, il sig. Peter Van Walsum ha raggiunto questa stessa convinzione, dedicata dalla risoluzione 1813 del Consiglio di sicurezza, ai sensi della quale chiama le parti a fare orologio di realismo in attesa di raggiungere una risoluzione definitiva del conflitto.
Inoltre, ha messo l'accento sulla necessità di tenere conto delle conclusioni storiche alle quali è giunto il Sig. Van Walsum che ha sorvegliato quattro round di negoziato ed ha sottolineato la necessità per il Polisario di allontanare l'opzione dell'indipendenza in attesa di raggiungere una soluzione consensuale adeguata, cioè l'autonomia.
Il presidente del CORCAS ha ricordato che il Marocco era stato a l'origine di questo processo di negoziati, conformemente alla risoluzione 1754 del Consiglio di sicurezza, proponendo una soluzione realistica di " né vincitore né superato".
La proposta marocchina costituisce la base del nuovo approccio del Consiglio di sicurezza e della Comunità internazionale, fondata su negoziati " positivi" per rispondere all'appello della Comunità internazionale, cioè un regolamento consensuale e rapido che soddisfa tutte le parti.
Per quanto riguarda le allegazioni del Polisario che pretende che " nessuno Stato riconosce la sovranità del Marocco sul Sahara" , il sig. Ould Errachid li ha categoricamente smentiti, affermando che la maggioranza dei paesi riconosce questa sovranità.
" Cosa dire degli stati che hanno congelato il loro riconoscimento pretese del RASD? " , si è interrogato.
La maggioranza dei paesi aventi relazioni diplomatiche con il Marocco esprime al regno il loro sostegno in occasione delle tribune internazionali e riconosce la sua sovranità sul Sahara, in primo luogo i paesi arabi, ha detto, notando che tutti gli stati membri della lega araba, all'eccezione dell'Algeria, riconosce questa sovranità.
È lo stesso per l'Organizzazione della conferenza islamica (OCI), per 30 paesi africani e molti paesi asiatici, alla loro testa l'India che ha congelato recentemente il suo riconoscimento del pseudo RASD, ha richiamato il presidente del CORCAS, sottolineando che la maggioranza dei paesi riconosce la sovranità del Marocco sul Sahara.
Per quanto riguarda il ruolo e le prerogative del CORCAS, il sig. Ould Errachid ha spiegato che il Consiglio è stato incaricato da SM Re Mohammed VI nel 2006, di elaborare il progetto d'autonomia che è stato portato a termine al termine di un processo di discussioni e di visite all'estero in previsione di ispirarsi esperienze di altri paesi.
Prima di essere presentato alla Comunità internazionale tanto in che iniziativa marocchina, questo progetto è stata presentata al sovrano che l'ha approvato, ha ricordato.
Il CORCAS, che ha partecipato ai quattro round di negoziati, svolge un ruolo principale come rappresentante delle popolazioni delle province del Sud, oltre alle sue azioni che riguardano la difesa del progetto d'autonomia in occasione delle tribune internazionali, in primo capo il Consiglio di sicurezza e la riconciliazione tra i figli del Sahara, tanto coloro che vivono nelle province del Sud che quelli dei campi di Tindouf spiegando loro il contenuto del progetto d'autonomia e chiamandoli ad aderire per chiudere definitivamente questa cartella.
Fonti:
Il portale politico del Sahara occidentale:
www.corcas.com
Il portale del Sahara occidentale:
www.sahara-online.net
Il portale della cultura hassani:
www.sahara-culture.com
Il portale dello sviluppo economico nelle regione del sahara occidentale:
www.sahara-developpement.com
Il portale dello sviluppo sociale nella regione del sahara occidentale:
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Il portale delle città del sahara occidentale:
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mercoledì 12 novembre 2008
Il vice presidente della camera argentine dei deputati esprime il suo appoggio all'autonomia del sahara occidentale
Il vice presidente della camera argentina dei deputati esprime il suo appoggio all'autonomia del sahara occidentale
12/11/2008
Il primo vice presidente della camera argentina dei deputati, la signora Patricia Vaca Narvaja, ha espresso il suo appoggio all'iniziativa marocchina d'autonomia al Sahara, ritenendo che " di fronte alla mondializzazione, il peggiore che possiamo fare e spezzettare e dividere i nostri paese".
Il deputato argentino, che ha ricevuto lunedì alla sede del Parlamento a Buenos Aires, poiche'la delegazione marocchina ha preso parte alla riunione di consultazioni politiche periodiche al livello dei ministeri degli affari esteri, ha chiamato tutti coloro che vogliono vedere concretizzarsi l'integrazione del Magreb " ad operare in questo senso" ed a contribuirvi per quanto possibile, tutto in, " astenendosi di inserirsinegli affari interni paesi" della regione.
Ha precisato, in una dichiarazione alla MAP, aver preso conoscenza dell'iniziativa del Marocco che va nel senso del consenso, e si é impegnata ad operare a sostenerla.
" L'autonomia è una delle concezioni moderne" dell'autodeterminazione perchè significa la possibilità di gestire democraticamente gli affari, " ma nel quadro di una nazione, cosa che è molto importante" , ha precisato.
Il deputato argentina, d'altra parte, ha messo in rilievo i legami storici che esistono tra l'Argentina ed il Marocco, ricorrente a perseverare nello sforzo del loro rafforzamento a livello delle rappresentazioni parlamentari, ma anche nel quadro delle Nazioni Unite e nell'ambito dell'Unione interparlamentare.
D'altra parte, essa si è impegnata a condurre i passi necessari in attesa di dinamizzare il gruppo parlamentare di amicizia Argentina-Marocco nella prospettiva di approfondire e di rafforzare maggiormente le relazioni tra i due paesi.
Fonti:
Il portale politico del Sahara occidentale:
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mercoledì 29 ottobre 2008
Il ministro: nessun regolamento non è possibile al Sahara fuori di una soluzione consensuale e politica
Il ministro: nessun regolamento non è possibile al Sahara fuori di una soluzione consensuale e politica
29/10/2008
Il ministro degli esteri e della cooperazione, il sig. Taib Fassi Fihri, ha affermato martedì a Rabat che nessun regolamento della questione del Sahara non è possibile fuori di una soluzione regionale consensuale e politica, nel rispetto rigoroso dell'integrità territoriale e della sovranità nazionale del regno.
Rispondendo ad una domanda orale alla camera dei consulenti sugli ultimi sviluppi della questione dell'integrità territoriale, il ministro ha segnalato che il Marocco,tanta unanimità, della vigilanza e della mobilizzazione di tutte le sue forze vive, continuerà a fare fronte alle demi-misure ed ai tentativi di frazionamento che minacciano tutti i paesi dell'Unione del Magreb arabo, che hanno tanto bisogno oggi di avanzare nella costruzione di uno spazio regionale integrato di pace, di stabilità e di solidarietà.
Il Sig. Fassi Fihri ha segnalato che l'iniziativa d'autonomia delle province del Sud nel quadro della sovranità nazionale e dell'integrità territoriale del regno, presentata nell'aprile 2007, ha raccolto un ampio sostegno sul piano internazionale.
Questa proposta ha così beneficiato dell'appoggio fermo di numerosi stati amici e fratelli che hanno visto nell'iniziativa audace di SM Re Mohammed VI il quadro adatto per un regolamento politico e definitivo di questa vertenza regionale, hanno precisato il ministro.
Questo sostegno, ha detto, si è anche manifestato al livello del consiglio di sicurezza attraverso le risoluzioni 1754,1783 e 1813, diventate più direttive nei loro referenziali, più chiare nel loro contenuto e più pertinenti nelle loro disposizioni, a favore dell'iniziativa marocchina.
Secondo il ministro, queste risoluzioni hanno affermato che i negoziati devono prendere in considerazione gli sforzi costruttivi e credibili fatti dal Marocco dal 2006 ed inducono le parti ad avviare negoziati di fondo sulla cartella del Sahara su base del realismo e dello spirito di compromesso, due virtù cardinali dell'iniziativa marocchina.
Il Sig. Fassi Fihri ha sottolineato che le conclusioni dell'inviato personale del segretario generale delle Nazioni Unite, il sig. Peter Van Walsum, secondo le quali l'indipendenza del Sahara è un'opzione non realistica ed irrealizzabile, costituiscono " una svolta principale per la nostra causa nazionale a livello delle Nazioni Unite, grazie alla dinamica impegnata dall'iniziativa marocchina".
Inoltre, la risoluzione adottata all'unanimità il 21 ottobre dalla quarta commissione dell'assemblea generale delle Nazioni Unite, ha rappresentato un cambiamento sostanziale nel trattamento di questa cartella nell'ambito di questa commissione dal 1965, ha sollevato il ministro, aggiungendo che le risoluzioni del Consiglio di sicurezza e quelle dell'assemblea generale sanciscono ormai la stessa visione e lo stesso approccio, di questi due organi, nel trattamento di questa cartella.
L'assemblea generale sostiene che l'autonomia è una forma d'autodeterminazione e sostiene il processo di negoziati su base delle risoluzioni del consiglio di sicurezza, ha spiegato.
Il Sig. Fassi Fihri ha di stesso ricordato che l'iniziativa marocchina ha beneficiato dello stesso slancio di sostegno presso molte potenze ed istituzioni regionali ed internazionali, che cita a questo proposito il movimento dei non allineati, l'Unione europea e gli Stati Uniti.
Inoltre ha sottolineato che la risoluzione 1813 del Consiglio di sicurezza (30 aprile 2008) e la proroga del mandato del Minurso per un periodo di un anno hanno segnato la fine dei quattro round di negoziati, che ha coinciso con quella dell'inviato personale del segretario generale dell'ONU, affermando che questa tappa ha costituito un'occasione per procedere ad una valutazione globale del processo di negoziati.
A questo proposito, il ministro ha segnalato che conformemente alle alte direttive di SM Re Mohammed VI, il Marocco ha impegnato un dialogo globale con le Nazioni Unite che riguarda i vari aspetti di questa cartella, in particolare la nomina di un nuovo inviato personale del segretario generale dell'ONU, la messa in atto delle condizioni adeguate per l'assolvimento del suo compito, i mezzi per superare gli ostacoli incontrati in occasione dei quattro round precedenti di negoziati e l'attuazione delle risoluzioni del consiglio di sicurezza che sostiene l'iniziativa marocchina d'autonomia.
Fonti:
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lunedì 27 ottobre 2008
Molti paesi africani difendono l'autonomia del Sahara presso la quarta commissione dell'ONU
Molti paesi africani difendono l'autonomia del Sahara presso la quarta commissione dell'ONU
13/10/2008
Gli interventi delle delegazioni in occasione dei lavori della quarta commissione, proseguiti venerdì scorso a New York, hanno principalmente riguardato la questione del Sahara.
Ci sono molti paesi africani che hanno incoraggiato fortemente l'iniziativa marocchina d'autonomia nella regione come una base essenziale ai negoziati per porre fine a questo conflitto che ha troppo durato.
Questi dibattiti sono stati l'occasione tanto per il rappresentante della delegazione marocchina che quelli dei paesi africani di contrastare le orchestrazioni ingannevoli dei tifosi del Polisario nell'ambito della quarta commissione in nome del gruppo africano.
Congo: L'Iniziativa d'autonomia messa in evidenza dal suo rappresentante permanente presso l'ONU L'ambasciatore che rappresenta lavoratore fisso della repubblica democratica del Congo (RDC) presso l'ONU, M.Atoki Ileka, ha messo in motto esplicativo, venerdì dinanzi alla quarta commissione dell'Assemblea generale, l'Iniziativa marocchina di accordare un'autonomia alla regione del Sahara.
" La repubblica democratica del Congo osserva con interesse la dinamica creata dall'iniziativa del regno del Marocco per il negoziato di uno statuto d'autonomia per la regione del Sahara" , ha indicato l'ambasciatore congolese.
Anche, ha affermato che il suo paese" si rallegra per gli sforzi seri e credibili acconsentiti dal Marocco per raggiungere un regolamento reciprocamente accettabile".
Il diplomatico, inoltre, ha precisato che" la RDC non ha di tregua di esortare le parti e gli stati della regione a continuare a cooperare interamente con le Nazioni Unite per progredire verso una soluzione politica".
Sollevando " il ruolo central" del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha sottolineato che " la repubblica democratica del Congo sosterrà ancora una volta ogni raccomandazione consensuale ed imparziale dell'Assemblea generale dell'ONU" chi sostiene le ultime risoluzioni del Consiglio di sicurezza, in particolare il 1813, che insiste sulla necessità di preservare i negoziati in corso sul Sahara di" ogni interferenza suscettibile dei compromettere".
Burkina-Faso: L'Iniziativa marocchina constitue" una buona base di negoziati" L'ambasciatore che rappresenta lavoratore fisso del Burkina-Faso presso le Nazioni Unite, il sig. Michel Kafando, ha segnalato che l'Iniziativa marocchina di accordare un'autonomia alSahara constitiusce" una buona base di negoziati".
" Notiamo in particolare, la proposta fatta nell'aprile 2007 dal regno del Marocco, che, nei confronti del suo pragmatismo, costituisce una buona base di negoziati" , ha affermato il diplomatico di Burkina Fasso.
Ha aggiunto che questa proposta è" proprio di aiutare le parti ad accordarsi sull'essenziale, in vista di una soluzione politica negoziata, duratura e reciprocamente accettabile".
" Insieme con l'appello lanciato dal Consiglio di sicurezza nel quadro della sua risoluzione 1813 (2008) per un regolamento impressiona di realismo, questa proposta offerta delle prospettive incoraggiantila sotto-regioni, dev
e risolutamente accompagnare le parti su questa via d'uscita della crisi".
L'ambasciatore, infine, ha reso omaggio al" Sig. Peter Van Walsum per gli sforzi che ha spiegato nel corso della sua missione tanto in che Inviato personale del segretario generale delle Nazioni Unite, come pure per le raccomandazioni pertinenti che ha fatto nella sua ultima relazione al Consiglio di sicurezza".
Le Comore salutano gli sforzi del Marocco per il regolamento della questione del Sahara
Le Comore hanno salutato, vendredi les efforts credibili et seri del Marocco per il regolamento della questione del Sahara.
" L'Unione delle Comore si rallegra per gli sforzi intrapresi dal regno del Marocco, definiti, varie volte, " serietà e credibli" da parte del Consiglio di sicurezza, per trovare una soluzione politica negoziata alla vertenza sul Sahara" , ha dichiarato il rappresentante di questo paese all'ONU, il sig. Said Mohamed Oussain.
Ha aggiunto che il suo paese" sostiene anche l'adozione delle tre risoluzioni del Consiglio di sicurezza 1754,1783 e 1813, che chiama le parti ad impegnarsi in negoziati intensi e sostanziali dando prova di realismo e di spirito di compresso".
Il diplomatico, inoltre, ha espresso il sostegno dell'Unione delle Comore a" l'impegno assunto dal segretario generale ed il suo inviato personale per garantire l'attuazione di queste risoluzioni ed il successo dei negoziati in attesa di raggiungere una soluzione politica giusta, duratura ed accettabile con da tutti le parti".
" Al Sahara come altrove, la forza delle armi e l'intransigenza deve fare posto alla forza della convinzione ed ai valori di negoziati" , ha perorato il rappresentante delle Comore poiché l'Africa, ha detto, ha ormai bisogno di stabilità, di pace e di sicurezza per concentrare i suoi sforzi sul combattimento per lo sviluppo ed il progresso.
Il Gabon: l'Iniziativa d'autonomia, una proposta " audaca e realistica" Il Gabon ha salutato l'Iniziativa d'autonomia proposta dal Marocco per regolare la questione del Sahara, qualificandola come proposizione" non soltanto coraggiosa ed audaca ma soprattutto realistica".
" Questa proposta, che sollecita una forma d'esercizio dell'autodeterminazione al centro anche dello Stato, ci sembra non soltanto coraggioso ed audace ma soprattutto réaliste" , ha dichiarato l'ambasciatore che rappresenta lavoratore fisso del Gabon presso l'ONU, il sig. Emmanuel Issoze-Ngondet, ricordando che quest'iniziativa a" estate qualificata dal Consiglio di sicurezza di seria e credibile per andare da e verso un regolamento del conflitto".
Come molto altri paesi, hanno detto, " il Gabon può soltanto la soutenir" poiché è all'origine degli " sviluppi apprezzabili" registrati sulla via di una soluzione definitiva della questione del Sahara.
E di aggiungere che il suo paese" rimane convinto che per uscire dal vicolo cieco attuale e progredire verso una soluzione politica reciprocamente accettabile, una cooperazione piena e sincera di tutte le parti, certamente con il sostegno della Comunità internazionale, è più che mai indispensabile".
Ricordando che il negoziato è l'unica via per risolvere la questione del Sahara, il diplomatico gabonese ha insistito sulla necessità di " evitare le soluzioni che dividono.
E l'ONU deve intensificare lo sforzo perché quest'approccio prevale su qualsiasi altri".
E di concludere con un appello" a tutte le parti per che fanno dei loro particolarismi fattori di ravvicinamento per la pace e lo sviluppo della regione del Maghreb" , segnalando che l'Africa ed il Magreb " non potranno che tirare il più grande beneficio" Molte delegazioni si dissociano di una presunta dichiarazione fatta in nome del gruppo africano sul Sahara
I rappresentanti di molti paesi africani hanno tenuto, venerdì, a dissociarsi di una dichiarazione erronea sul Sahara fatta la vigilia dinanzi alla quarta Commissione dell'ONU, in nome del gruppo africano, per l'ambasciatore del Kenia che ha, riconosciuto il suo errore.
" Sahara occidentale rimane l'ultimo territorio non autonomo sul continente benché l'Assemblea generale dell'ONU ha costantemente riconosciuto il diritto del popolo sahariano all'autodeterminazione ed all'independenza" , aveva dichiarato, in seguito alle informazioni ricevute, in nome di questo gruppo, il rappresentante permanente del Kenia presso l'ONU, Zachary Muburi-Muita.
La delegazione marocchina, che aveva immediatamente espresso la sua stupefazione che deve tali opinioni, ha chiamato all'ordine l'ambasciatore zambiano che ha tentato, il giorno dopo, di firmare questa posizione nel suo intervento anche dinanzi alla quarta commissione.
L'ambasciatore, rappresentante permanente del Marocco all'ONU, il sig. El Mostafa Sahel, ha così richiesto un punto d'ordine per ricordare che il suo omologo kenyano a " presentato delle scuse per il suo errore perché il suo testo non è mai discusso nell'ambito del gruppo, di cui il regno fa parte, e che una dichiarazione comune non appariva neppure all'ordine del giorno di questo gruppo".
Il Sig. Sahel ha anche insistito affinché la Commissione non consideri " il messaggio consegnato la vigilia come che impegna il gruppo africano".
Dopo questa messa a punto, il presidente della Commissione, l'ambasciatore d'Argentina, il sig. Jorge Martin Arturo Argello, ha ridato la parola all'ambasciatore zambiano per proseguire il suo intervento, che gli chiede di " tenere conto del punto d'ordine dell'ambasciatore del Marocco".
Dalle loro parti, numero di ambasciatori africani, in particolare del Gabon, della Guinea equatoriale e del Burkina-Faso, non hanno mancato di esprimere il loro disaccordo totale con le opinioni del rappresentante kenyano.
Hanno così sottolineato, in occasione dei loro interventi, che si dissociano di questa dichiarazione poiché non che riflette affatto una posizione qualunque comune del gruppo africano all'ONU.
mercoledì 15 ottobre 2008
Sahara: l'autonomia " una soluzione prudente e ragionevole per uscire dall'impasse" ex-ministro fran
L'ex ministro francese per gli affari culturali e dell'Istruzione, il sig. Jack Lang ha sottolineato che la proposta marocchina d'autonomia è " una proposta prudente e ragionevole per uscire da l'impasse" per quanto riguarda la cartella del Sahara. "
Sostengo la proposta marocchina dell'autonomia del Sahara.
C'è una soluzione prudente e ragionevole per uscire dall' impasse" , ha indicato il sig. Lang in un'intervista pubblicata, venerdì, dal quotidiano oggi il Marocco„.
L'ex ministro francese, d'altra parte, ha espresso il suo sostegno alla domanda del Marocco diuno statuto avanzato con l'Unione europea, che esprime il desiderio che il regno " cioè più strettamente associato all'Unione europea, pur conservando il suo integrità".
Fonti:
Il portale politico del Sahara occidentale:
www.corcas.com
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giovedì 9 ottobre 2008
Un'ONG sahariana chiede al giudice spagnolo Garzondi ordinare l'arresto di Brahim Ghali
L'Associazione sahariana di difesa dei diritti dell'Uomo (ASADEDH) ha investito il giudice spagnolo Baltasar Garzon esortandoloo di lanciare un mandato di sentenza contro l'attuale rappresentante del Polisario in Algeria, imputato di " genocidio e torture" contro le popolazioni sahariane e che deve rendersi inizio ottobre in Spagna.
In un passo presso l'Udienza nazionale, la più alta giurisdizione penale spagnola, l'associazione sahariana rileva che Brahim Ghali ha lasciato la Spagna di fretta all'inizio dell'anno per sottrarsi alle azioni giudiziarie che incorreva dopo il deposito di un reclamo contro lui e molti altri dirigenti separatista e responsabili algerini.
Poco dopo il deposito di questo reclamo da parte di vittime del Polisario dinanzi all'Udienza nazionale, i dirigenti del Polisario hanno sollevato Brahim Ghali delle sue funzioni come rappresentante in Spagna per nominarlo come delegato in luogo sicuro, nel caso specifico Alger.
L'ASADEDH chiede al giudice spagnolo di procedere all'arresto di Brahim Ghali a titolo preventivo per l'interrogare, all'occasione d'un viaggio che intende effettuare in Spagna in mese d'ottobre.
In dicembre scorso, del Sahraouis vittime di gravi violazioni dei diritti dell'Uomo nei campi di Tindouf (sud-ovest dell'Algeria) ha depositato un reclamo contro dirigenti del Polisario e responsabili algerini per " genocidio e terrorismo".
Queste vittime sahraouies, sostenute dall'ASADEDH, accusa un grande numero di dirigenti del Polisario di " genocidio, assassinii, ferite,detenzione illegale, terrorismo, torture e scomparse" , spiega il loro avvocato Jose Manuel Romero Gonzalez.
L'ex-rappresentante del Polisario in Spagna, Brahim Ghali, i ministri dell'Informazione e dell'Istruzione presumibilmente del " RASD" appaiono fra i principali responsabili dei separatisti proseguiti dalle loro vittime.
L'elenco dei responsabili del Polisario proseguiti conto anche denominati Khalil Sidi Mhamed, ministro delle colonie, Mohamed Khaddad, attuale coordinatore con Minurso ed ex Direttore generale della sicurezza militare, Ali Dabba, membro della sicurezza militare e l'attuale guardia del corpo del capo del Polisario, Mohamed Abdelaziz.
I nomi di ufficiali superiori dell'esercito algerino appare anche nel reclamo.
Sono accusati in particolare di avere coperto quest'estorsioni che si svolgevano sul territorio algerino, con la partecipazione di agenti della sicurezza militare algerina di cui erano responsabili.
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martedì 2 settembre 2008
L'iniziativa d'autonomia un'opzione democratica per un regolamento definitivo della questione del...
L'iniziativa marocchina d'autonomia per il Sahara rappresenta un'opzione democratica per avanzare verso un regolamento definitivo del conflitto artificiale crea attorno all'integrità territoriale del Marocco, ha affermato martedì Pr. Abdelhamid El Ouali.
In una dichiarazione alla MAP in margine di una ricezione, organizzata alla sede del Parlamento britannico a Londra all'occasione del lancio in Regno Unito del suo libro " " Autonomia al Sahara, prelude del Magreb dei regioni" " , le PR El Ouali hanno sottolineato che il progetto presentato dal Marocco ha il merito di avere preso questo che c'è di migliore nelle varie esperienze che sono riuscite nel mondo, in particolare in Finlandia ed in Spagna.
L'iniziativa marocchina, che mira a permettere alle popolazioni sahariane di gestire democraticamente ed in qualsiasi libertà i loro affari locali, si è iscritto molto naturalmente nel quadro della dinamica democratica che conosce il Marocco.
L'autore, d'altra parte, ha spiegato che il passo autodeterminazione-indipendenza che è stato seguito finora " " è un passo erronée" " chi non si può applicare alla questione del Sahara, che resta, ha detto, una questione territoriale tra una potenza colonizzatrice che era la Spagna ed il Marocco, che cercava di recuperare il suo territorio.
Abbondando in questo senso, l'autore del libro ha rilevato che l'approccio d'autodeterminazione-indipendenza tale che era adottata in passato, era un approccio politicamente distorto poiché alcuni paesi della regione, nel verificarsi la Spagna e l'Algeria, voleva creare uno Stato artificiale nella regione.
" " Se il principio d'autodeterminazione era stata applicata come lo desiderava il Marocco nel 1957, la questione sarebbe stata regolata nel modo escomptée" " , ha detto, aggiungendo che gli spagnoli e successivamente gli Algerini hanno trattato la questione per servire le loro intenzioni.
Ricordando il fallimento registrato dal 1965 al livello dell'applicazione dell'autodeterminazione-indipendenza, le PR El Ouali hanno sottolineato che l'iniziativa marocchina d'autonomia è venuta al momento giusto a superare una situazione del vicolo cieco, diventato insopportabile in un'era che impone la necessità di rilanciare il processo d'integrazione nella regione del Magreb.
Sottolineando che " " il Marocco ha fatto una concessione maggiore" " presentando quest'iniziativa d'autonomia, le PR El Ouali hanno osservato che il progetto è intervenuto ad un momento in cui si assisteva ad un cambiamento al livello della concezione dell'autodeterminazione-indipendenza, che è prevalsa durante gli ultimi quattro decenni.
Ed il ricercatore ha spiegato che c'è un nuovo paradigma che sta vedendo il giorno, cioè che la soluzione autodeterminazione-indipendenza è diventata obsoleta.
La disintegrazione degli stati rappresenta attualmente una fonte di preoccupazione per le grandi potenze mondiali che vi vedono un fattore d'instabilità, ha aggiunto, sottolineando che la creazione di Stati poco affidabili creano deiproblemi enormi non soltanto per le popolazioni autoctone ma anche per la Comunità internazionale.
L'autore del lavoro, che ha sottolineato che l'iniziativa d'autonomia presentata dal Marocco non trascurerà di creare una nuova dinamica nella regione del Magreb, ha rilevato che l'Algeria è particolarmente sfidata da quest'iniziativa.
D'altra parte, molte personalità del mondo politico e dei mass media come pure degli attori della società civile che hanno assistiti al ricevimento hanno sottolineato che la pubblicazione di un lavoro in lingua inglese sull'iniziativa marocchina d'autonomia non trascurerà di fare meglio conoscere gli sforzi fatti dal Marocco per regolare questa vertenza crea attorno alla sua integrità territoriale.
In questo senso, lord Anderson di Swansea e Stacey International, ha affidato alla MAP che l'iniziativa d'autonomia presentata dal Marocco rappresenta una soluzione realistica alla questione del Sahara e permette di superare una situazione d' vicolo cieco che dura da molti anni.
L'iniziativa marocchina ha creato una nuova dinamica nella regione ed offerto una base solida di discussioni proprio di aiutare le parti a superare le loro divergenze ed avanzare verso il rafforzamento delle loro relazioni nel quadro di un gruppo regionale unito e stabile.
Il lord britannico ha sottolineato che di fronte al fallimento del concetto d'autodeterminazione-indipendenza classica, è importante di incoraggiare iniziative come quella presentata dal Marocco.
Anche il suo di campana nella signora Tanya Warburg, direttore dell'associazione britannica " " Freedom for All" " , che ha sottolineato che l'iniziativa marocchina funge da modello nel senso o rappresenta una forma avanzata d'autodeterminazione.
Ricordando il sostegno espresso dalle grandi potenze mondiali all'iniziativa marocchina, la signora Warburg si è detto convinta che la voce della ragione finisca per portare via sulle intenzioni separatista che non hanno più nessuna ragione di essere nel mondo d'oggi dove i paesi tentano di collegarsi per raccogliere meglio le sfide del futuro.
Da parte sua, la signora Jane Standing, direttore dell'associazione " " Family Protection" " , ha rilevato che la pubblicazione in Gran Bretagna di un libro in lingua inglese sull'iniziativa marocchina d'autonomia per il Sahara contribuirà certamente a sensibilizzare il lettorato interessato sulla saggezza e la visione di cui il Marocco ha fatto orologio presentando questo progetto.
La scelta portata sulla sede del Parlamento britannico per riparare una ricezione che segna il lancio in Gran Bretagna del lavoro delle PR.
Abdelhamid El Ouali rappresenta un'iniziativa molto simbolica e ne dice molto sulla stima di cui usufruisce il Marocco in Regno Unito, ha detto l'attivista britannico, che ricorda il moto di sostegno all'iniziativa marocchina, firmata l'anno scorso da parte di molti membri della camera dei comuni (camera bassa del Parlamento britannico).
Infatti, non meno di 121 membri dei comuni, rappresentando tutte le formazioni politiche del Regno Unito, hanno firmato nel 2007 un moto di sostegno all'iniziativa marocchina.
I deputati britannici, che hanno rilevato che quest'iniziativa " " offerta l'opportunità di rispondere alle rivendicazioni dei separatisti, garantendo a tutti i Sahariani (...) un ruolo importante nelle istanze ed istituzioni della regione, pur riconoscendo la sovranità e l'integrità territoriale del Marocco" ".
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lunedì 1 settembre 2008
La società civile spagnola ha creato delle" false speranze" sull'...
Sahara: Walsum critica la società civile spagnola di avere creato delle" false speranze" sull'...
11/08/2008
L'inviato personale del segretario generale delle Nazioni Unite per Sahara, il sig. Peter Van Walsum, ha criticato la società civile spagnola per avere indotto Polisario a scommettere sull'indipendenza e contribuito " all'estensione dell'agonia" sequestrati nei campi di Tindouf.
In un'intervista al quotidiano spagnolo " El Pais" , pubblicato venerdì, il Sig. Van Walsum ha chiamato " gli spagnoli che si preoccupano realmente del benessere dei sahariani da chiedersi si trattano correttamente incoraggiando Polisario ad insistere sull'indipendenza totale".
Perorando per la ricerca di una " soluzione di consenso ispirata della realtà sul terreno" , Il Sig. Van Walsum ha sottolineato che la " realtà politica sul campo si trova tra le mani Marocco".
Dal giugno 2007, delle delegazioni del Marocco, del polisario, dell'Algeria e della Mauritania ha preso parte, a Manhasset, nei pressi di New York, a quattro round di negoziati sotto l'egida delle Nazioni Unite in presenza del Sig. Van Walsum nella sua qualità di facilitatore dei negoziati.
In una relazione, il 15 aprile scorso, dinanzi al Consiglio di sicurezza, il Sig. Van Walsum aveva allontanato l'opzione di " l'independenza" raccomandata dal Polisario ed Alger, qualificandola di " irrealista" e di " irrealizzabile".
Fonti:
Il portale politico del Sahara occidentale:
www.corcas.com
Il portale del Sahara occidentale:
www.sahara-online.net
Il portale della cultura hassani:
www.sahara-culture.com
Il portale dello sviluppo economico nelle regione del sahara occidentale:
www.sahara-developpement.com
Il portale dello sviluppo sociale nella regione del sahara occidentale:
www.sahara-social.com
Il portale delle città del sahara occidentale:
www.sahara-villes.com
venerdì 30 maggio 2008
La parte conservatrice colombiana ribadisce iml suo sostegno totale agli sforzi del Marocco per ...
Il presidente della parte conservatrice colombiana, il senatore Efrain José Cepeda Sarabia ha ribadito il suo sostegno totale agli sforzi che conduce il Marocco in buona fede, per raggiungere un regolamento politico, consensuale e definitivo della questione del Sahara, si apprende di fonti diplomatiche marocchine a Bogotà.
La parte conservatrice applaude l'iniziativa marocchina d'autonomia e dedica una stima particolare e tutta la comprensione agli sforzi fatti dal Marocco per garantire la sicurezza ed il benessere degli abitanti della regione del Sahara, ha indicato il senatore Efrain Cepeda, allora di un'intervista con l'ambasciatore del Marocco in Colombia, il sig. Mohamed Khattabi, mercoledì alla sede della parte, fondato 158 anni fa.
Ricordando che la sua parte ha sostenuto, nel 2000, il ritiro del riconoscimento dei pseudo " " RASD" " da parte del governo dell'ex-presidente colombiano Andrés Pastrana, il senatore ha sottolineato che la sua formazione rimane convinta che il separatismo dal mondo non serve mai gli interessi dei gruppi, ma piuttosto quelli individui egoisti e senza scrupuli.
Il senatore colombiano ha espresso la sua solidarietà con il Marocco, che afferma comprendere la posizione legittima del regno relativa al completamento della sua integrità territoriale.
Il Sig. Efrain Cepeda, d'altra parte, ha sottolineato che il Marocco è un modello di sviluppo nei confronti dei cantieri di riforma e dei progetti multipli sociali che ha messo in opere per il benessere dei suoi abitanti.
L'intervista tra il sig. Efrain Cepeda e Khattabi si è svolto in presenza dei membri della parte colombiana, come pure del sig. Diego Arango, accademico ed il presidente della rete televisiva Teleamiga, e sig.re Maria Eugenia Correa Olarte, vice-decana dell'università la Gran Colombia ed ex ministro dell'istruzione, e Soraya Glavis Cobo, consulente incaricato delle relazioni internazionali della parte.
giovedì 22 maggio 2008
Il Sig. David Welch: l'autonomia "offerta una nuova possibilità" ed ha incentivato i negoziati
Il segretario di Stato aggiunto americano incaricato del Vicino Oriente, il sig. David Welch, ha affermato che la proposta marocchina d'autonomia al Sahara "offerta una nuova possibilità ed è stata all'origine dei round di negoziati (di Manhasset)", che ribadiscono "il sostegno" degli Stati Uniti a questi negoziati.
"La proposta marocchina offre una nuova possibilità ed è stata all'origine dei round di negoziati." Riteniamo che si tratti di un approccio molto produttivo che occorre esaminare ", ha sottolineato il responsabile americano, in una dichiarazione alla stampa, al termine dell'udienza che SM il re Mohammed VI gli aveva conceduto, lunedì al palazzo reale a Marrakech." Secondo il sig. Welch, "nuove idee sono messe sulla tavola e speriamo che le parti si impegnino in modo costruttivo ed in buona fede" in questi negoziati.
Tuttavia, ha fatto osservare che "questi negoziati non sono facili", a causa della complessità della questione del Sahara, che indicano avere ribadito, in occasione di questa udienza, "il sostegno degli Stati Uniti ai negoziati avviati in risposta alla proposta fatta dal Marocco".
A tale riguardo, ha garantito che esprimerà il punto di vista degli Stati Uniti all'insieme dei dirigenti del Magreb "su ciò che riteniamo di essere il migliore mezzo per avanzare".
Il responsabile americano, che deve recarsi in Algeria ed in Tunisia, ha segnalato che il suo paese "mantiene, in generale, molto buone relazioni con tutti i paesi del Magreb", che perorano per relazioni "forti e positive tra il Marocco e l'Algeria", nonostante il "problema del Sahara occidentale".
"è il messaggio che porteremo", ha sottolineato. Su quest'argomento e bene di altri, il responsabile americano ha dichiarato che il Marocco e gli Stati Uniti "condividono una visione strategica di pace, di stabilità e di prosperità nella regione".
La "sua maestà il re è un dirigente immaginario in questa regione ed è un grande difensore della pace", ha sottolineato. Ha aggiunto avere trasmesso al sovrano ed al popolo marocchino l'alta considerazione del Presidente George W. Bush e della segretaria di Stato americana, Condoleeza Rice.
giovedì 15 maggio 2008
La risoluzione 1813, " la migliore risoluzione" per risolvere la questione del Sahara, afferma il presidente gabonese Libreville,
La risoluzione 1813 adottata recentemente dal Consiglio di sicurezza è " la migliore risoluzione" adottata jusqu' ora per l' ONU per risolvere la questione del Sahara, ha indicato il presidente gabonese, El Hadj Omar Bongo Ondimba.
" Questa risoluzione è la migliore che il Consiglio di sicurezza di l' ONU ha adottato finora per risolvere la questione del Sahara" , ha affermato il presidente gabonese ricevendo mercoledì l' ambasciatore del Marocco a Libreville, il sig. Ali Bojji.
In questa risoluzione, il Consiglio di sicurezza aveva firmato l' appello al realismo ed allo spirito di compromesso lanciato dal segretario generale di l' ONU, il sig. Ban ki-moon, ed il suo inviato personale per Sahara, il sig. Peter Van Walsum.
Quest'ultimo aveva insistito su " la necessità del rispetto della realtà politica parallelamente al rispetto della legalità internazionale" , affermando che l' indipendenza del Sahara è un obiettivo allo stesso tempo " irrealista" e " irrealizzabile".
Il capo dello Stato gabonese ha ribadito il sostegno " fermo" e " constante" del suo paese in Marocco ed alla proposta d' autonomia come soluzione alla questione del Sahara, che si rallegra che la maggioranza dei paesi africani sostiene il Marocco su questa cartella.
Oltre alla questione del Sahara, li avere un colloquio tra l' ambasciatore del Marocco ed il presidente gabonese ha riguardato le relazioni eccellenti tra i due paesi ed il quadro giuridico che disciplina la cooperazione bilaterale .
martedì 26 febbraio 2008
Intervista del Segretario generale del CORCAS per il settimanale "TELQUEL"
12/09/2007
Il Segretario Generale del Consiglio Reale Consultivo per gli Affari del Sahara (CORCAS), il Sig. Maouelainin Maouelainin Ben Khalihenna ha accordato al settimanale “TELQUEL” un’intervista, pubblicata il 15 aprile 2006.
Inquadrato:
"Nel 1971, facevo il mio secondo anno di medicina. Nella stessa università di Mohamed Abdelaziz. All'epoca, apprendemmo che la Spagna cominciava a costituire un'entità indipendente nel Sahara. Un gruppo di una trentina di studenti sahrawi ha deciso dunque di utilizzare l'UNEM, per sensibilizzare il Marocco al pericolo che minaccia il suo territorio.
Dopo parecchie conferenze qua e là, ed una defezione dei partiti politici, la sinistra dell'epoca è stata sensibile alla nostra causa. Abbiamo organizzato la prima manifestazione a Tan-Tan con le bandiere marocchine e delle bandiere che dicevano: “Siamo i soldati di Hassan II fino alla liberazione del paese.”
Siamo stati selvaggiamente manganellati poi torturati dall'amministrazione locale poi liberati grazie a certi interventi. Seconda manifestazione e stesso trattamento. Siamo stati mandati ad Agadir dove i responsabili si sono decisamente scusati di averci fermati e trattati cosi. Terza manifestazione a Tan-Tan, lo stesso trattamento.
Questa volta, la maggior parte dei giovani si è data alla macchia. Alcuni (Ouali, Admi, ecc.) si sono infiltrati nel Sahara e hanno creato il Polisario nel nord della Mauritania. La Libia ha recuperato il movimento e l'ha molto aiutato prima dell'Algeria. El Ouali non è partito per non ritornare. L'amministrazione non ha capito il nostro movimento.
Ed alla fine, sono state le goffaggini del Ministero dell'Interno a creare il Polisario. Molti dimenticano la storia di questo conflitto. Mentre dall'altra parte si passano le notti in bianco per cercare di nuocere in Marocco, ci si accontentava dalla nostra parte di fare il giro del mondo e di firmare degli accordi pro forma."
Segue il testo integrale dell'intervista:
- Telquel: Solo alcune ore dopo la sua designazione, il Corcas è stato screditato da parecchi Sahrawi perché non democratico (tutti i suoi membri sono designati) e non rappresentativo (certe tribù si sentono lese). Lei si aspettava che la partenza del Consiglio fosse deludente a questo punto?
- Maouelainin Maouelainin Ben Khalihenna: Non mi stupisce il fatto che le persone si interessino al Consiglio. Tutto questo brusio mostra l'importanza di un tale organo. Si può senza pretesa parlare di un prima e di un dopo 25 marzo (NDR: data dell'installazione del Corcas).
In seno al Consiglio c'è un certo equilibrio tribale, un patchwork di eletti locali, di rappresentanti della società civile, di giovani, di donne, ecc. Chiedo che ci giudichino sulla base di ciò che realizzeremo. Se no, tutti i consigli reali sono designati. Sono delle persone che lavoreranno col re. Quand’anche, è a lui che tocca sceglierli.
- Che cosa vi ha detto il re, ricevendola in compagnia di Khalihenna Ould Errachid a Laâyoune?
- Non posso divulgare ciò che ci ha detto il re senza il suo permesso. Detto ciò, nel suo discorso, SM ha parlato chiaramente del futuro di questa regione e del progetto di autonomia allargata.
- Agenzia di sviluppo sociale, Agenzia di sviluppo delle province del sud, istanze elette ed oggi Consiglio Consultivo Sahrawi… Perché dovremmo credere che farete meglio di tutte le istanze che esistono già nel Sahara?
- Perché il Consiglio ha un collegamento diretto col re. Non c'immischiamo nella gestione del quotidiano, non siamo presenti nella realizzazione fisica dei progetti. Dopo 30 anni di stagnazione, il re ha fatto la scelta dell'autonomia. Il Consiglio è una tappa importante per lo studio e la produzione delle proposte che vanno in questo senso.
Col tempo, abbiamo l'impressione che il Consiglio è stato creato per riempire semplicemente il vuoto lasciato da un progetto di autonomia, aspettato da tanto tempo ma non ancora pronto…
Il progetto non è ancora pronto, se no, sarebbe stato già presentato al pubblico. Il Consiglio non riempie il vuoto ma rappresenta un cambiamento di metodo radicale. Il re ha consultato i partiti politici e ha permesso agli abitanti locali, è una novità, di dare il loro parere tramite il Consiglio.
- L'Algeria ed il Polisario hanno già espresso alle Nazioni Unite il loro rifiuto del detto progetto. Cosa cambia tale rifiuto nel vostro passo?
- Hanno rifiutato una cosa che non conoscono. L'Algeria è un paese fratello ed il Polisario non rappresenta tutti i Sahrawi. Il loro rifiuto è congiunturale. Sono innanzitutto i nostri fratelli e la nostra missione è di convincerli dell'utilità dell'autonomia. I responsabili del Polisario hanno tutti dei padri che hanno prestato vassallaggio ai re del Marocco. Questo vassallaggio può essere rotto solo da un âaq (figlio maledetto).
- Non è con Ridat Al Walidine che il Marocco ricupererà definitivamente il Sahara…
- È un elemento culturale che ha la sua importanza. La nostra missione è di dialogare con tutti i figli della zona sud, là dove si trovano, per permettere il loro ritorno al paese.
- Siete abilitati a trattare l'autonomia col Polisario?
- Questo è scritto anche nel Dahir. Dobbiamo lavorare sul ritorno dei cittadini del sud del Sahara. Dobbiamo dunque comunicare con loro e col Polisario, nei campi di Tindouf e in qualsiasi altro luogo.
- Di quale Polisario sta parlando? Avete iniziato i contatti con una certa intesa?
- Contatteremo chiunque dubiti della marocchinità del Sahara. Utilizzeremo tutti i mezzi (media, televisione, ecc.) per toccare il cuore dei cittadini.
- Ritiene che il territorio (il Sahara occidentale) oggi sia sufficientemente preparato per l'installazione di un'autonomia allargata?
- Non conosco molto la realtà del campo, visto che esercitavo a Larache, in questi ultimi anni. Ma il Consiglio impiegherà il tempo che occorrerà per liberare il campo e prepararlo all'autonomia. Nella marcia degli Stati, qualche anno non significa un gran che.
- Questo sarebbe un ritorno alla strategia della risoluzione del conflitto per il prolungamento dello statuto quo?
- Abbiamo perso 30 anni. Il Consiglio deve realizzare un lavoro colossale. Se ci riuscisse in due anni, sarebbe un buon ritmo. Churchill diceva al suo autista, quando guidava velocemente: piano, vado di fretta.
- Conferma dunque che il Marocco non presenterà nessun progetto di autonomia all'ONU questo Aprile…
- SM non ci ha ancora consultati. Sapete, si è spesso detto che il Sahara è il primo problema dei marocchini mentre la schiacciante maggioranza ignora tutto su questo conflitto. Bisognerebbe dunque cominciare con lo spiegare le basi del conflitto.
Oggi, vogliamo che il problema del Sahara sia vissuto da tutti, nella più grande trasparenza. Ogni famiglia marocchina ha conosciuto un lutto a causa del Sahara. Ogni famiglia ha dato parte del suo sangue e del suo pane quotidiano a questa regione ed a questa causa.
- Scommette sull'esistenza di una "maggioranza unionista" passiva nel Sahara contro una minoranza indipendentista attiva. Come contate di svegliare la prima per bloccare la seconda?
- Per il fronte unionista, maggioritario, lo confermo, il portavoce era l'amministrazione. Non gli abbiamo mai chiesto di manifestarsi. Questo fronte lasciava la gestione delle manifestazioni indipendentiste all'amministrazione, che ha purtroppo perso.
Tutti quelli che manifestano non sono necessariamente indipendentisti. Sono spesso degli scontenti recuperati dalla macchina separatista. Laâyoune è una grande città. Grande quanto Larache e Ksar El Kebir messe assieme. Ha dunque i suoi problemi e le sue manifestazioni sociali, come qualsiasi altro luogo, tranne per il fatto che qui sono ricuperate per motivi politici.
- Ciò che significa che la principale concorrente del Consiglio, è il movimento indipendentista locale…
- Date troppa importanza ad una minoranza. I separatisti dell'interno manifestano generalmente contro delle cose vissute individualmente con l'amministrazione locale. Per essi, l'indipendentismo è un rifugio, una sanzione contro l'amministrazione che li avrà umiliati o maltrattati.
- Gli attentati ai diritti dell'uomo nel Sahara continuano tuttavia (fino al giorno d’oggi) ad alimentare la macchina propagandistica del Polisario. Avete un qualsiasi potere per mettere fine a questi attentati?
Studiamo ogni caso individualmente e renderemo delle raccomandazioni al sovrano. Al livello della comunicazione, accusiamo un certo ritardo. Mentre la propaganda del Polisario fa fuoco e fiamme alimentando migliaia di pagine Web, trascuriamo totalmente quello che ci viene da Tindouf. Ignoriamo le estorsioni commesse laggiù. Mentre ci guadagneremmo a comunicarle ed a renderle pubbliche.
- Considera che l'indipendentismo sia dell'ordine della libertà di opinione?
- Militate per quello che volete ma non violentate le persone, non distruggete gli edifici dello stato.
- Immaginiamo che lei abbia di fronte un giovane di 19 anni, che questi conosca le tesi del fronte, sia uscito recentemente di prigione e che lei voglia convincerlo della marocchinità del Sahara. Che cosa gli direbbe?
- Non abbiamo bisogno di immaginare poiché ho già discusso con dei giovani simili. In un caso su due, ho constatato che un'amministrazione locale, in un momento o in un altro, ha commesso un errore grave contro questo giovane. Ma non ho mai percepito questo atteggiamento come irreversibile.
Sono dei giovani che vivono sotto il fascino della propaganda. Gli dico: guardate quelli che sono ritornati. Fondatori del movimento come Ayoub, che faceva paura ai bambini, o uno dei grandi ideologi del movimento, come El Admi.
- Il giovane le risponderà che quelli hanno trattato debitamente il loro ritorno…
- Ed i 7000 rimpatriati allora? Il problema, è che non si è potuto utilizzare tutte queste persone per spiegare ai giovani la realtà del movimento che li fa sognare. C'è una mancanza di spiegazioni, anche presso i marocchini del nord.
- Bel discorso… Come conta di concretizzarlo?
- Nel Sahara, le persone si stancano rapidamente dei discorsi. Abbiamo dunque l’obbligo di dare risultati. Formuliamo le nostre raccomandazioni alla più alta istanza dello stato, ad ogni modo è una buona garanzia di conclusione.
- Avete delle linee rosse?
- Nessuna. SM ci ha aperto tutte le porte. Non sono neanche socchiuse. Possiamo discutere di tutti i problemi della regione. Credo che i membri del Consiglio potranno fare delle proposte innovative.
- Finalmente, il Sahara è un problema di povertà, di identità o di dignità?
- Economicamente, il Sahara di oggi non ha niente da vedere con quello del 1975. È evidente. Lo stato ha fatto tutto, resta da guadagnare il cuore delle persone. Hassan II l'aveva detto, parecchi anni fa: "Abbiamo ricuperato il territorio, non ancora i cuori."
- Come ha fatto il Marocco a perdere il cuore di un giovane marocchino nato in Marocco negli anni ‘80 e che non ha dunque conosciuto né l'invasione militare, né i centri segreti di detenzione, ecc.?
- Vi darò un'immagine. Ad ogni volta che un alunno prende un brutto voto a scuola, disegna la bandiera del Polisario su un angolo del suo quaderno. È un segno di malcontento. Fino ad oggi, abbiamo dimenticato di trattare i Sahrawi come tutti quanti, rispettando semplicemente la cultura ed i costumi locali, lasciando il campo libero alla propaganda ed all'inquadramento proveniente dall'est.
- Nega dunque l'esistenza dei militanti conquistati alla causa sahrawi?
- No, ma è una minoranza. L'indipendentismo è una creazione dell'amministrazione locale che ha così mal gestito questo dossier.
- Sembra dimenticare l'offensiva militare dello stato centrale, i centri di Agdz, di M’gouna, ecc.
- Non lo nego, ma considero che questo è stato gestito dall'IER al livello nazionale. Anche se restano dei dossier che soffrono ancora oggi di qualcosa di incompiuto e che dobbiamo trattare.
Fonti:
Il portale politico del Sahara occidentale:
www.corcas.com
Il portale del Sahara occidentale:
www.sahara-online.net
Il portale della cultura hassani:
www.sahara-culture.com
Il portale dello sviluppo economico nelle regione del sahara occidentale:
www.sahara-developpement.com
Il portale dello sviluppo sociale nella regione del sahara occidentale:
www.sahara-social.com
Il portale delle città del sahara occidentale:
www.sahara-villes.com
12/09/2007
Il Segretario Generale del Consiglio Reale Consultivo per gli Affari del Sahara (CORCAS), il Sig. Maouelainin Maouelainin Ben Khalihenna ha accordato al settimanale “TELQUEL” un’intervista, pubblicata il 15 aprile 2006.
Inquadrato:
"Nel 1971, facevo il mio secondo anno di medicina. Nella stessa università di Mohamed Abdelaziz. All'epoca, apprendemmo che la Spagna cominciava a costituire un'entità indipendente nel Sahara. Un gruppo di una trentina di studenti sahrawi ha deciso dunque di utilizzare l'UNEM, per sensibilizzare il Marocco al pericolo che minaccia il suo territorio.
Dopo parecchie conferenze qua e là, ed una defezione dei partiti politici, la sinistra dell'epoca è stata sensibile alla nostra causa. Abbiamo organizzato la prima manifestazione a Tan-Tan con le bandiere marocchine e delle bandiere che dicevano: “Siamo i soldati di Hassan II fino alla liberazione del paese.”
Siamo stati selvaggiamente manganellati poi torturati dall'amministrazione locale poi liberati grazie a certi interventi. Seconda manifestazione e stesso trattamento. Siamo stati mandati ad Agadir dove i responsabili si sono decisamente scusati di averci fermati e trattati cosi. Terza manifestazione a Tan-Tan, lo stesso trattamento.
Questa volta, la maggior parte dei giovani si è data alla macchia. Alcuni (Ouali, Admi, ecc.) si sono infiltrati nel Sahara e hanno creato il Polisario nel nord della Mauritania. La Libia ha recuperato il movimento e l'ha molto aiutato prima dell'Algeria. El Ouali non è partito per non ritornare. L'amministrazione non ha capito il nostro movimento.
Ed alla fine, sono state le goffaggini del Ministero dell'Interno a creare il Polisario. Molti dimenticano la storia di questo conflitto. Mentre dall'altra parte si passano le notti in bianco per cercare di nuocere in Marocco, ci si accontentava dalla nostra parte di fare il giro del mondo e di firmare degli accordi pro forma."
Segue il testo integrale dell'intervista:
- Telquel: Solo alcune ore dopo la sua designazione, il Corcas è stato screditato da parecchi Sahrawi perché non democratico (tutti i suoi membri sono designati) e non rappresentativo (certe tribù si sentono lese). Lei si aspettava che la partenza del Consiglio fosse deludente a questo punto?
- Maouelainin Maouelainin Ben Khalihenna: Non mi stupisce il fatto che le persone si interessino al Consiglio. Tutto questo brusio mostra l'importanza di un tale organo. Si può senza pretesa parlare di un prima e di un dopo 25 marzo (NDR: data dell'installazione del Corcas).
In seno al Consiglio c'è un certo equilibrio tribale, un patchwork di eletti locali, di rappresentanti della società civile, di giovani, di donne, ecc. Chiedo che ci giudichino sulla base di ciò che realizzeremo. Se no, tutti i consigli reali sono designati. Sono delle persone che lavoreranno col re. Quand’anche, è a lui che tocca sceglierli.
- Che cosa vi ha detto il re, ricevendola in compagnia di Khalihenna Ould Errachid a Laâyoune?
- Non posso divulgare ciò che ci ha detto il re senza il suo permesso. Detto ciò, nel suo discorso, SM ha parlato chiaramente del futuro di questa regione e del progetto di autonomia allargata.
- Agenzia di sviluppo sociale, Agenzia di sviluppo delle province del sud, istanze elette ed oggi Consiglio Consultivo Sahrawi… Perché dovremmo credere che farete meglio di tutte le istanze che esistono già nel Sahara?
- Perché il Consiglio ha un collegamento diretto col re. Non c'immischiamo nella gestione del quotidiano, non siamo presenti nella realizzazione fisica dei progetti. Dopo 30 anni di stagnazione, il re ha fatto la scelta dell'autonomia. Il Consiglio è una tappa importante per lo studio e la produzione delle proposte che vanno in questo senso.
Col tempo, abbiamo l'impressione che il Consiglio è stato creato per riempire semplicemente il vuoto lasciato da un progetto di autonomia, aspettato da tanto tempo ma non ancora pronto…
Il progetto non è ancora pronto, se no, sarebbe stato già presentato al pubblico. Il Consiglio non riempie il vuoto ma rappresenta un cambiamento di metodo radicale. Il re ha consultato i partiti politici e ha permesso agli abitanti locali, è una novità, di dare il loro parere tramite il Consiglio.
- L'Algeria ed il Polisario hanno già espresso alle Nazioni Unite il loro rifiuto del detto progetto. Cosa cambia tale rifiuto nel vostro passo?
- Hanno rifiutato una cosa che non conoscono. L'Algeria è un paese fratello ed il Polisario non rappresenta tutti i Sahrawi. Il loro rifiuto è congiunturale. Sono innanzitutto i nostri fratelli e la nostra missione è di convincerli dell'utilità dell'autonomia. I responsabili del Polisario hanno tutti dei padri che hanno prestato vassallaggio ai re del Marocco. Questo vassallaggio può essere rotto solo da un âaq (figlio maledetto).
- Non è con Ridat Al Walidine che il Marocco ricupererà definitivamente il Sahara…
- È un elemento culturale che ha la sua importanza. La nostra missione è di dialogare con tutti i figli della zona sud, là dove si trovano, per permettere il loro ritorno al paese.
- Siete abilitati a trattare l'autonomia col Polisario?
- Questo è scritto anche nel Dahir. Dobbiamo lavorare sul ritorno dei cittadini del sud del Sahara. Dobbiamo dunque comunicare con loro e col Polisario, nei campi di Tindouf e in qualsiasi altro luogo.
- Di quale Polisario sta parlando? Avete iniziato i contatti con una certa intesa?
- Contatteremo chiunque dubiti della marocchinità del Sahara. Utilizzeremo tutti i mezzi (media, televisione, ecc.) per toccare il cuore dei cittadini.
- Ritiene che il territorio (il Sahara occidentale) oggi sia sufficientemente preparato per l'installazione di un'autonomia allargata?
- Non conosco molto la realtà del campo, visto che esercitavo a Larache, in questi ultimi anni. Ma il Consiglio impiegherà il tempo che occorrerà per liberare il campo e prepararlo all'autonomia. Nella marcia degli Stati, qualche anno non significa un gran che.
- Questo sarebbe un ritorno alla strategia della risoluzione del conflitto per il prolungamento dello statuto quo?
- Abbiamo perso 30 anni. Il Consiglio deve realizzare un lavoro colossale. Se ci riuscisse in due anni, sarebbe un buon ritmo. Churchill diceva al suo autista, quando guidava velocemente: piano, vado di fretta.
- Conferma dunque che il Marocco non presenterà nessun progetto di autonomia all'ONU questo Aprile…
- SM non ci ha ancora consultati. Sapete, si è spesso detto che il Sahara è il primo problema dei marocchini mentre la schiacciante maggioranza ignora tutto su questo conflitto. Bisognerebbe dunque cominciare con lo spiegare le basi del conflitto.
Oggi, vogliamo che il problema del Sahara sia vissuto da tutti, nella più grande trasparenza. Ogni famiglia marocchina ha conosciuto un lutto a causa del Sahara. Ogni famiglia ha dato parte del suo sangue e del suo pane quotidiano a questa regione ed a questa causa.
- Scommette sull'esistenza di una "maggioranza unionista" passiva nel Sahara contro una minoranza indipendentista attiva. Come contate di svegliare la prima per bloccare la seconda?
- Per il fronte unionista, maggioritario, lo confermo, il portavoce era l'amministrazione. Non gli abbiamo mai chiesto di manifestarsi. Questo fronte lasciava la gestione delle manifestazioni indipendentiste all'amministrazione, che ha purtroppo perso.
Tutti quelli che manifestano non sono necessariamente indipendentisti. Sono spesso degli scontenti recuperati dalla macchina separatista. Laâyoune è una grande città. Grande quanto Larache e Ksar El Kebir messe assieme. Ha dunque i suoi problemi e le sue manifestazioni sociali, come qualsiasi altro luogo, tranne per il fatto che qui sono ricuperate per motivi politici.
- Ciò che significa che la principale concorrente del Consiglio, è il movimento indipendentista locale…
- Date troppa importanza ad una minoranza. I separatisti dell'interno manifestano generalmente contro delle cose vissute individualmente con l'amministrazione locale. Per essi, l'indipendentismo è un rifugio, una sanzione contro l'amministrazione che li avrà umiliati o maltrattati.
- Gli attentati ai diritti dell'uomo nel Sahara continuano tuttavia (fino al giorno d’oggi) ad alimentare la macchina propagandistica del Polisario. Avete un qualsiasi potere per mettere fine a questi attentati?
Studiamo ogni caso individualmente e renderemo delle raccomandazioni al sovrano. Al livello della comunicazione, accusiamo un certo ritardo. Mentre la propaganda del Polisario fa fuoco e fiamme alimentando migliaia di pagine Web, trascuriamo totalmente quello che ci viene da Tindouf. Ignoriamo le estorsioni commesse laggiù. Mentre ci guadagneremmo a comunicarle ed a renderle pubbliche.
- Considera che l'indipendentismo sia dell'ordine della libertà di opinione?
- Militate per quello che volete ma non violentate le persone, non distruggete gli edifici dello stato.
- Immaginiamo che lei abbia di fronte un giovane di 19 anni, che questi conosca le tesi del fronte, sia uscito recentemente di prigione e che lei voglia convincerlo della marocchinità del Sahara. Che cosa gli direbbe?
- Non abbiamo bisogno di immaginare poiché ho già discusso con dei giovani simili. In un caso su due, ho constatato che un'amministrazione locale, in un momento o in un altro, ha commesso un errore grave contro questo giovane. Ma non ho mai percepito questo atteggiamento come irreversibile.
Sono dei giovani che vivono sotto il fascino della propaganda. Gli dico: guardate quelli che sono ritornati. Fondatori del movimento come Ayoub, che faceva paura ai bambini, o uno dei grandi ideologi del movimento, come El Admi.
- Il giovane le risponderà che quelli hanno trattato debitamente il loro ritorno…
- Ed i 7000 rimpatriati allora? Il problema, è che non si è potuto utilizzare tutte queste persone per spiegare ai giovani la realtà del movimento che li fa sognare. C'è una mancanza di spiegazioni, anche presso i marocchini del nord.
- Bel discorso… Come conta di concretizzarlo?
- Nel Sahara, le persone si stancano rapidamente dei discorsi. Abbiamo dunque l’obbligo di dare risultati. Formuliamo le nostre raccomandazioni alla più alta istanza dello stato, ad ogni modo è una buona garanzia di conclusione.
- Avete delle linee rosse?
- Nessuna. SM ci ha aperto tutte le porte. Non sono neanche socchiuse. Possiamo discutere di tutti i problemi della regione. Credo che i membri del Consiglio potranno fare delle proposte innovative.
- Finalmente, il Sahara è un problema di povertà, di identità o di dignità?
- Economicamente, il Sahara di oggi non ha niente da vedere con quello del 1975. È evidente. Lo stato ha fatto tutto, resta da guadagnare il cuore delle persone. Hassan II l'aveva detto, parecchi anni fa: "Abbiamo ricuperato il territorio, non ancora i cuori."
- Come ha fatto il Marocco a perdere il cuore di un giovane marocchino nato in Marocco negli anni ‘80 e che non ha dunque conosciuto né l'invasione militare, né i centri segreti di detenzione, ecc.?
- Vi darò un'immagine. Ad ogni volta che un alunno prende un brutto voto a scuola, disegna la bandiera del Polisario su un angolo del suo quaderno. È un segno di malcontento. Fino ad oggi, abbiamo dimenticato di trattare i Sahrawi come tutti quanti, rispettando semplicemente la cultura ed i costumi locali, lasciando il campo libero alla propaganda ed all'inquadramento proveniente dall'est.
- Nega dunque l'esistenza dei militanti conquistati alla causa sahrawi?
- No, ma è una minoranza. L'indipendentismo è una creazione dell'amministrazione locale che ha così mal gestito questo dossier.
- Sembra dimenticare l'offensiva militare dello stato centrale, i centri di Agdz, di M’gouna, ecc.
- Non lo nego, ma considero che questo è stato gestito dall'IER al livello nazionale. Anche se restano dei dossier che soffrono ancora oggi di qualcosa di incompiuto e che dobbiamo trattare.
Fonti:
Il portale politico del Sahara occidentale:
www.corcas.com
Il portale del Sahara occidentale:
www.sahara-online.net
Il portale della cultura hassani:
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