giovedì 28 ottobre 2010

SM il re: l'UMA resta ostaggio di calcoli stretti legati al conflitto artificiale attorno al Sahara marocchino 27/10/2010

 
 
SM il re: l'UMA resta ostaggio di calcoli stretti legati al conflitto artificiale attorno al Sahara marocchino




27/10/2010





SM Re Mohammed VI, che Dio lo assiste, ha affermato che l'Unione del Magreb arabo resta l'ostaggio di calcoli stretti legati al conflitto artificiale suscitato attorno al Sahara marocchino. Foto: Il ministro dell'economia e delle finanze che dà lettura al messaggio reale

In un messaggio indirizzato alla tribuna economica mondiale per la regione dell'Africa del Nord e del Medio Oriente, che si è aperta martedì a Marrakech, il sovrano ha sottolineato che " occorre riconoscere, tuttavia, che l'integrazione auspicata dai popoli della regione e dettata dallo spirito del tempo si urta a piani egemonici ed a scaffali politici resi, tuttavia, obsoleti con la fine della guerra fredda. É il caso in particolare dell'Unione del Magreb arabo che resta l'ostaggio di calcoli stretti legati al conflitto artificiale suscitato attorno al Sahara marocchino".


" Convinto che una visione girata verso il futuro trionferà a termine sulle ripercussioni del passato, e persuaso della necessità di superare l'immobilismo attuale per iscriversi con il mondo nella logica insiemi economici e che rispondono, inoltre, agli appelli lanciati dall'ONU e la Comunità internazionale, ha proseguito il sovrano, abbiamo presentato un'iniziativa audaca per regolare il conflitto regionale suscitato attorno alla marocanità di nostro Sahara, nel verificarsi la proposta d'autonomia delle nostre province del sud, nel quadro della sovranità del regno del Marocco, della sua unità nazionale e della sua integrità territoriale".


Il sovrano ha segnalato che " quest'iniziativa non ha cessato di beneficiare del sostegno crescente della Comunità internazionale, come pure dell'appoggio del Consiglio di sicurezza, visti il suo carattere serio e la sua credibilità, e tenuto conto del suo rispetto delle norme democratiche a livello internazionale ammesse in questo campo".


SM il re ha formato " la speranza di vedere trionfare il buono senso e la saggezza facendo prevalere sull'interesse comune sulle illusioni di un’altra età".



Trattandosi del ruolo del Marocco nel rafforzamento della capacità della regione di piazzarsi nell'ambito della carta economica mondiale, SM il re ha affermato che il Marocco, " paese aperto sul mondo, membro attivo di diverse organizzazioni onusiane ed al centro delle istituzioni internazionali, continuano ad iscrivere in testa delle sue preoccupazioni il rafforzamento della cooperazione internazionale e dell'integrazione regionale".



É in questo spirito, ha sottolineato il sovrano, che il Marocco " si è implicato in numerose iniziative e convenzioni a vocazione integratrice, tanto lo spazio euro-mediterraneo, che al livello arabo".



SM il re ha ricordato, a questo proposito, che il Marocco, in relazione con l'Egitto, la Tunisia e la Giordania, è arrivato a "la proclamazione, nel 2004, dell'Accordo di Agadir che riguarda la creazione, in Mediterraneo del sud, di una zona allargata di libero scambio ".



Il sovrano ha sottolineato che la tenuta di quest'importante tribuna costituisce un'occasione per esprimere " La nostra volontà ferma di allargare e sviluppare questo gruppo economico promettente e di trarre vantaggio dalla diversità ricca politica, economica e sociale che cela la nostra regione".



Ecco il testo integrale del messaggio reale:






" Elogio a Dio. Preghiera e pace sul profeta, la sua famiglia ed i suoi compagni.






Eccellenze, signore, signori.



Ci è piacevole di esprimere tutta la gioia che consideriamo di vedere il Marocco riparare la tribuna economica mondiale per l'Africa del Nord ed il Medio Oriente. Siamo felici così di notare la partecipazione di un areopagina di esperti economici così prestigiosi.






Quest'importante riunione costituisce indubbiamente un collegamento fondamentale nel lungo e duro processo che è in corso in attesa di trovare i mezzi i più indicati per portare risposte alle problematiche poste dalla congiuntura che attraversano attualmente il mondo, in generale, e la nostra regione in particolare.






Infatti, tenete le vostre basi ad un momento determinante segnato dalle fluttuazioni degli indicatori della situazione economica mondiale che oscillano costantemente tra la progressione e l'arretramento. É dire che i vostri lavori, in questa tribuna, tengono luogo di prova per giudicare la pertinenza e della precisione della problematica posta, con le sue ramificazioni multiple. Vi appartiene anche di esplorare le vie e mezzi da attuare per rimediarvi con azioni concertate ed idee convergenti e sinergiche.






Ormai si stabilisce che la ripresa economica osservata ultimamente non ha non sostenuta per sopprimere la peste della disoccupazione. È stata molto ostacolata da ostacoli multipli che hanno impedito di mettere a punto soluzioni globali d'uscita di crisi.






Infatti, appena si è iniziato a credere nell'efficacia delle misure adottate, soltanto di altre problematiche, ancora più complesse, sono emerse.






Di conseguenza, uno degli insegnamenti fondamentali da tirare scossoni di in questi ultimi anni, è che la crisi mondiale oltrepassa l'economico, il finanziere ed il sociale, e si situa ad altri livelli più in relazione con le basi stesse del modello di crescita che regna alla scala mondiale. Meglio ancora, ne sfida fino alla dimensione civilisationnelle, che rimette in discussione la sua buona gestione ed ipotecando la profondità democratica.






Infatti, il mondo si trova oggi ad una svolta decisiva della storia, cosa che conferisce a questa tribuna relativa alla regione del Medio Oriente e dell’Africa del Nord, un'importanza particolare e gli assegna il dovere temibile di trovare risposte alle aspettative dei nostri popoli.






La nostra regione cela vantaggi e potenzialità che lo autorizzano a svolgere un ruolo di primo piano nella definizione delle strategie d'uscita di crisi, e di partecipare efficacemente al dibattito che mira a mettere a punto un nuovo modello di sviluppo mondiale, che mette la dignità umana al cuore delle sue preoccupazioni.






Inoltre il nostro spazio regionale appare fra quelli che hanno potuto, ad un ritmo sostenuto, progredire verso il riassorbimento delle ripercussioni della crisi finanziaria ed economica mondiale. Lo si aspetta, infatti, a questo che registra un tasso di crescita incoraggiante alla fine dell'anno, con prospettive non meno promettenti per l'anno prossimo.






Questi dati hanno, all'evidenza, un impatto positivo sul consolidamento della ripresa mondiale e la costruzione del mondo di domani il mondo post-crisi- tanto più di questa regione riveste, per l'economia mondiale, un'importanza particolare, o eccezionale.






Questo tiene al fatto che la nostra regione abbonda di ricchezze naturali considerevoli. È considerato essere una fonte principale di energia fossile e rinnovabile, ed il recipiente di potenzialità umane importanti. Infatti, rappresenta 5 pc della popolazione mondiale ed è caratterizzata da una struttura demografica giovane.






La regione è ancora più importante nei confronti della sua posizione geostrategica eccezionale, che lo autorizza a svolgere un ruolo fondamentale nella dinamizzazione degli scambi e della cooperazione. Costituisce, infatti, un luogo di convergenza sinergica tra il dinamismo delle economie asiatiche, le opportunità offerte in materia di partenariato euro-mediterraneo, e le potenzialità significative a disposizione del continente africano per garantire il suo sviluppo.






Ma, l'assunzione a carico di questa missione rimane tributaria della pertinenza e dell'efficacia delle sue scelte, che si tratta di ogni paese, preso separatamente, o dell'insieme degli stati della regione.






La nostra regione - nessuno lo ignora è in tumulo oggi a due sfide principali. Il primo tiene al consolidamento e l'accelerazione del ritmo di crescita, per realizzare una più forte competitività ed una più grande attrattiva.






Si tratta, infatti, di offrire opportunità d'occupazione, di ridurre il canale tra la povertà e la ricchezza, e mettere il cittadino nel cuore del processo di sviluppo, pur vegliando a preservare gli equilibri finanziari ed economici fondamentali.






Quanto alla seconda sfida, riguarda la capacità della nostra regione di piazzarsi sulla carta economica mondiale, presente e venire. Di dove la necessità di trasformarsi in un polo regionale influente, operante in sinergia con l'ambiente internazionale, secondo un passo unificato ed una strategia comune. Fondata sul principio d'integrazione regionale, questa strategia dovrebbero favorire la costruzione di relazioni di cooperazione proficua con i nostri vari partner attraverso il mondo.






Signore, signori.






Cosciente della necessità di raccogliere queste due sfide, il Marocco ha, fin dalla comparsa dei premici della crisi mondiale, scelto di proseguire risolutamente il suo processo di sviluppo, fondato sul consolidamento della crescita, l'intensificazione dell'investimento e la volontà d'andata al di là nell'attuazione dei grandi progetti e delle riforme strutturali, come pure la diversificazione della sua economia.






Questa scelta si è tradotto chiaramente dall'adozione di strategie settoriali rigorose nell'industria, l'agricoltura, il turismo, l'energia, la logistica e le nuove tecnologie, oltre al livellamento delle risorse umane attraverso programmi di riforma dell'insegnamento e dell'ammodernamento della formazione.






É un passo che risponde agli imperativi di sviluppo ed alle aspettative degli investitori che hanno bisogno di qualificazioni e di competenze umane di alta fattura. È anche adattata alla preservazione necessaria della sicurezza del nostro sistema finanziario, la protezione dei settori sociali, la salvaguardia dell'occupazione e la preservazione del potere d'acquisto dei cittadini, garantisce del mantenimento della dinamica della domanda interna.






Abbiamo anche dimostrato un interesse particolare all'ammodernamento ed al rafforzamento delle infrastrutture del nostro paese. Abbiamo così lanciato e messo in opera dei progetti che strutturano, di cui si citerà in particolare, il grande complesso portuale Tangeri-Med, e ciò per dare un forte impulso alle nostre potenzialità logistiche e di aumentare le nostre capacità in materia di competitività.






Ci siamo anche attaccati, nel quadro di una visione integrata, a promuovere il clima degli affari, lanciando un progetto di prestazione di servizi finanziaria, e creando il centro finanziario di Casablanca, oltre all'apertura di zone franche dedicate all'industria, al commercio ed all'esportazione a condizioni competitive incitatrici.






Sulla base della nostra volontà di conciliare, in modo innovativo, tra gli imperativi d'accelerazione della crescita e le esigenze di preservazione dell'ecosistema, ci siamo impegnati in una politica volontaristica ambiziosa nel settore della crescita verde. Infatti, abbiamo orientato gli sforzi riformatori nel nostro paese in un senso che permette l'integrazione della dimensione ambientale nelle varie politiche pubbliche e strategie di sviluppo. Si tratta, infatti, di valorizzare le risorse naturali e sviluppare le energie alternative e rinnovabili, nel quadro di una visione globale, ed allo scopo di realizzare gli obiettivi di sviluppo duraturo.






A questo proposito, abbiamo lanciato un grande progetto di produzione d'energie proprie rinnovabili, valorizzando le nostre potenzialità naturali, in particolare l'energia solare ed eolica. Abbiamo lasciato ai nostri partner la latitudine di partecipare alla concretizzazione di questa strategia ambiziosa.






Su un piano globale, il Marocco aderisce con forza agli sforzi internazionali che mirano a raccogliere la sfida salubre dei cambiamenti climatici.






Trattandosi del ruolo del nostro paese nel rafforzamento della capacità della nostra regione di piazzarsi nell'ambito della carta economica mondiale, il Marocco, paese aperto sul mondo, membro attivo di diverse organizzazioni onusiane ed al centro delle istituzioni internazionali, continuano ad iscrivere in testa delle sue preoccupazioni il rafforzamento della cooperazione internazionale e dell'integrazione regionale.






É in questo spirito che il nostro paese so è implicato in numerose iniziative e convenzioni a vocazione integratrice, tanto lo spazio euro-mediterraneo, che a livello arabo.


In relazione con i nostri fratelli d'Egitto, di Tunisia e di Giordania, siamo arrivati alla proclamazione, nel 2004, dell'Accordo di Agadir che riguarda la creazione, in Mediterraneo del sud, di una zona allargata di libero scambio.






Afferriamo l'occasione che offriamo la tenuta di quest'importante tribuna per esprimere la nostra volontà ferma di allargare e sviluppare questo gruppo economico promettente e di trarre vantaggio dalla diversità ricca politica, economica e sociale che cela la nostra regione.






Occorre riconoscere, tuttavia, che l'integrazione auspicata dai popoli della regione e dettata dallo spirito del tempo si urta a piani egemonici ed a scaffali politici resi, tuttavia, obsoleti con la fine della guerra fredda. É il caso, in particolare, dell'Unione del Magreb che resta l'ostaggio di calcoli stretti legati al conflitto artificiale suscitato attorno al Sahara marocchino.






Convinto che una visione girata verso il futuro trionferà a termine sulle ripercussioni del passato, e persuaso della necessità di superare l'immobilismo attuale per iscriversi con il mondo nella logica insiemi economici e che rispondono, inoltre, agli appelli lanciati dall'ONU e la Comunità internazionale, abbiamo presentato un'iniziativa audaca per regolare il conflitto regionale suscitato attorno alla marocanità di nostro Sahara, nel verificarsi la proposta d'autonomia delle nostre province del sud, nel quadro della sovranità del regno del Marocco, della sua unità nazionale e della sua integrità territoriale.






Quest'iniziativa non ha cessato di beneficiare del sostegno crescente della Comunità internazionale, come pure dell'appoggio del Consiglio di sicurezza, visti il suo carattere serio e la sua credibilità, e tenuto conto del suo rispetto delle norme democratiche a livello internazionale ammesse in questo settore.






Abbiamo la speranza di vedere trionfare il buono senso e la saggezza facendo prevalere sull'interesse comune sulle illusioni di un’altra età.






La persistenza del conflitto Israeliano-palestinese non fa che peggiorare la situazione ipotecando i potenziali considerevoli che cela la regione, e, pegio ancora, nell'impedimento di svolgere un ruolo in base alle sue potenzialità nell'aumento dell'economia mondiale e di apportare un contributo più efficiente agli sforzi intrapresi per superare la congiuntura delicata che il mondo attraversa attualmente.






A tale riguardo, non trascureremo di sottolineare che la pace in Medio Oriente passa necessariamente per la soluzione dei due stati, che permette la creazione di uno Stato palestinese indipendente, con Al-Qods al-Charif per capitale, coesistente nella sicurezza e la pace con lo Stato d'Israele. Questo deve essere realizzato nel quadro della legalità internazionale e tramite negoziati diretti che non dovrebbero essere ostacolati né dal fanatismo e l'escalation, né con misure unilaterali illegali che sono suscettibili colare il processo di negoziato, di distruggere il lucore di speranza in una pace possibile e, perciò, di immergere la regione nelle oscurità di un vicolo cieco senza uscita.






Della cima di questa tribuna, indirizziamo un messaggio di speranza e cicirelli un appello alla ragione per impegnare un processo di negoziato responsabile in accordo con la volontà della Comunità internazionale.






É, infatti, la via giudiziosa da seguire per garantire la sicurezza a tutti i popoli della regione e porre fine alle manifestazioni di violenza e d'estremismo che inasprono lo stato d'insicurezza attuale, riduce le possibilità di sviluppo economico e sociale ed indebolisce il peso della nostra regione nell'ambito del sistema di cooperazione internazionale.






Signore, signori.






Il mondo vive attualmente un momento di transizione principale che si traduce con il passaggio di un sistema in fine di percorso, che ha provato i suoi limiti di fronte alle attese dell'umanità ne cerca di un nuovo modello che ci spetta a tutti costruire, guidati in ciò dalla volontà di raccogliere la sfida, nell'unità e con un senso elevato delle responsabilità.






La comparsa di una nuova geografia della crescita mondiale, dove i paesi emergenti agiscono in forza di propulsione del rilancio dell'economia mondiale, non fa che confermare questa tendenza.






Quindi la costruzione del mondo del dopo-crisi resta strettamente legata alla necessità di seguire un approccio che sia in fase con la nuova distribuzione. Questo passo dovrebbe permettere di costruire relazioni equilibrate fondate sugli interessi comuni e porre le basi di una mondializzazione più atta ad assimilare la diversità e la pluralità dei modelli, nel rispetto delle specificità.






É di là che deriva il concetto di diversità biologica della mondializzazione che abbiamo lanciato nel nostro messaggio indirizzato alla terza edizione della World Policy Conference, organizzata una settimana fa a Marrakech.






Apprezziamo molto gli sforzi che fate per favorire al massimo gli scambi interattivi ed il ravvicinamento dai punti di vista. Considerando la competenza ed al "know-how" che vanno sono riconosciuti, porterete, noi ne sono persuaso, un contributo forte e risolto al passo universale che mira a tracciare un itinerario ai contorni ben circoscritti ed agli obiettivi chiaramente definiti. Lo scopo finale è di rimettersi degli effetti della crisi mondiale e porre le basi di un nuovo ordine economico mondiale disciplinato da una migliore gestione e meglio in grado di premunirsi contro le crisi, un sistema più equo, più interdipendente e più umano nella ripartizione della frutta della crescita.






Vi rinnoviamo i nostri desideri di benvenuto fra noi, e salutiamo la buona organizzazione di questa tribuna. Vi desideriamo un soggiorno piacevole al Marocco, terra di dialogo e d'apertura, ed in particolare nella città radiante di Marrakech, citato impastata dalla storia e centro delle civilizzazioni e delle culture, dove si attenuano le frontiere, e dove tutti condividono gli stessi valori di tolleranza e di cooperazione per migliori prodotti alimentari-insieme.






Tale è lo spirito che cerchiamo oggi a fare prevalere nell'insieme della nostra regione, o alla scala del mondo intero. Preghiamo, infine, L’Altissimo di coronare i vostri lavori di successo.






Wassalamou alaikoum warahmatoullahi wabarakatouh".


Fonti:



Il portale politico del Sahara occidentale:


http://www.corcas.com/



Il portale del Sahara occidentale:


http://www.sahara-online.net/



Il portale della cultura hassani:


http://www.sahara-culture.com/



Il portale dello sviluppo economico nelle regione del sahara occidentale:


http://www.sahara-developpement.com/



Il portale dello sviluppo sociale nelle regione del sahara occidentale:


http://www.sahara-social.com/



Il portale delle città del sahara occidentale:


http://www.sahara-villes.com/