Intervista del Segretario generale del CORCAS per il settimanale "TELQUEL"
12/09/2007
Il Segretario Generale del Consiglio Reale Consultivo per gli Affari del Sahara (CORCAS), il Sig. Maouelainin Maouelainin Ben Khalihenna ha accordato al settimanale “TELQUEL” un’intervista, pubblicata il 15 aprile 2006.
Inquadrato:
"Nel 1971, facevo il mio secondo anno di medicina. Nella stessa università di Mohamed Abdelaziz. All'epoca, apprendemmo che la Spagna cominciava a costituire un'entità indipendente nel Sahara. Un gruppo di una trentina di studenti sahrawi ha deciso dunque di utilizzare l'UNEM, per sensibilizzare il Marocco al pericolo che minaccia il suo territorio.
Dopo parecchie conferenze qua e là, ed una defezione dei partiti politici, la sinistra dell'epoca è stata sensibile alla nostra causa. Abbiamo organizzato la prima manifestazione a Tan-Tan con le bandiere marocchine e delle bandiere che dicevano: “Siamo i soldati di Hassan II fino alla liberazione del paese.”
Siamo stati selvaggiamente manganellati poi torturati dall'amministrazione locale poi liberati grazie a certi interventi. Seconda manifestazione e stesso trattamento. Siamo stati mandati ad Agadir dove i responsabili si sono decisamente scusati di averci fermati e trattati cosi. Terza manifestazione a Tan-Tan, lo stesso trattamento.
Questa volta, la maggior parte dei giovani si è data alla macchia. Alcuni (Ouali, Admi, ecc.) si sono infiltrati nel Sahara e hanno creato il Polisario nel nord della Mauritania. La Libia ha recuperato il movimento e l'ha molto aiutato prima dell'Algeria. El Ouali non è partito per non ritornare. L'amministrazione non ha capito il nostro movimento.
Ed alla fine, sono state le goffaggini del Ministero dell'Interno a creare il Polisario. Molti dimenticano la storia di questo conflitto. Mentre dall'altra parte si passano le notti in bianco per cercare di nuocere in Marocco, ci si accontentava dalla nostra parte di fare il giro del mondo e di firmare degli accordi pro forma."
Segue il testo integrale dell'intervista:
- Telquel: Solo alcune ore dopo la sua designazione, il Corcas è stato screditato da parecchi Sahrawi perché non democratico (tutti i suoi membri sono designati) e non rappresentativo (certe tribù si sentono lese). Lei si aspettava che la partenza del Consiglio fosse deludente a questo punto?
- Maouelainin Maouelainin Ben Khalihenna: Non mi stupisce il fatto che le persone si interessino al Consiglio. Tutto questo brusio mostra l'importanza di un tale organo. Si può senza pretesa parlare di un prima e di un dopo 25 marzo (NDR: data dell'installazione del Corcas).
In seno al Consiglio c'è un certo equilibrio tribale, un patchwork di eletti locali, di rappresentanti della società civile, di giovani, di donne, ecc. Chiedo che ci giudichino sulla base di ciò che realizzeremo. Se no, tutti i consigli reali sono designati. Sono delle persone che lavoreranno col re. Quand’anche, è a lui che tocca sceglierli.
- Che cosa vi ha detto il re, ricevendola in compagnia di Khalihenna Ould Errachid a Laâyoune?
- Non posso divulgare ciò che ci ha detto il re senza il suo permesso. Detto ciò, nel suo discorso, SM ha parlato chiaramente del futuro di questa regione e del progetto di autonomia allargata.
- Agenzia di sviluppo sociale, Agenzia di sviluppo delle province del sud, istanze elette ed oggi Consiglio Consultivo Sahrawi… Perché dovremmo credere che farete meglio di tutte le istanze che esistono già nel Sahara?
- Perché il Consiglio ha un collegamento diretto col re. Non c'immischiamo nella gestione del quotidiano, non siamo presenti nella realizzazione fisica dei progetti. Dopo 30 anni di stagnazione, il re ha fatto la scelta dell'autonomia. Il Consiglio è una tappa importante per lo studio e la produzione delle proposte che vanno in questo senso.
Col tempo, abbiamo l'impressione che il Consiglio è stato creato per riempire semplicemente il vuoto lasciato da un progetto di autonomia, aspettato da tanto tempo ma non ancora pronto…
Il progetto non è ancora pronto, se no, sarebbe stato già presentato al pubblico. Il Consiglio non riempie il vuoto ma rappresenta un cambiamento di metodo radicale. Il re ha consultato i partiti politici e ha permesso agli abitanti locali, è una novità, di dare il loro parere tramite il Consiglio.
- L'Algeria ed il Polisario hanno già espresso alle Nazioni Unite il loro rifiuto del detto progetto. Cosa cambia tale rifiuto nel vostro passo?
- Hanno rifiutato una cosa che non conoscono. L'Algeria è un paese fratello ed il Polisario non rappresenta tutti i Sahrawi. Il loro rifiuto è congiunturale. Sono innanzitutto i nostri fratelli e la nostra missione è di convincerli dell'utilità dell'autonomia. I responsabili del Polisario hanno tutti dei padri che hanno prestato vassallaggio ai re del Marocco. Questo vassallaggio può essere rotto solo da un âaq (figlio maledetto).
- Non è con Ridat Al Walidine che il Marocco ricupererà definitivamente il Sahara…
- È un elemento culturale che ha la sua importanza. La nostra missione è di dialogare con tutti i figli della zona sud, là dove si trovano, per permettere il loro ritorno al paese.
- Siete abilitati a trattare l'autonomia col Polisario?
- Questo è scritto anche nel Dahir. Dobbiamo lavorare sul ritorno dei cittadini del sud del Sahara. Dobbiamo dunque comunicare con loro e col Polisario, nei campi di Tindouf e in qualsiasi altro luogo.
- Di quale Polisario sta parlando? Avete iniziato i contatti con una certa intesa?
- Contatteremo chiunque dubiti della marocchinità del Sahara. Utilizzeremo tutti i mezzi (media, televisione, ecc.) per toccare il cuore dei cittadini.
- Ritiene che il territorio (il Sahara occidentale) oggi sia sufficientemente preparato per l'installazione di un'autonomia allargata?
- Non conosco molto la realtà del campo, visto che esercitavo a Larache, in questi ultimi anni. Ma il Consiglio impiegherà il tempo che occorrerà per liberare il campo e prepararlo all'autonomia. Nella marcia degli Stati, qualche anno non significa un gran che.
- Questo sarebbe un ritorno alla strategia della risoluzione del conflitto per il prolungamento dello statuto quo?
- Abbiamo perso 30 anni. Il Consiglio deve realizzare un lavoro colossale. Se ci riuscisse in due anni, sarebbe un buon ritmo. Churchill diceva al suo autista, quando guidava velocemente: piano, vado di fretta.
- Conferma dunque che il Marocco non presenterà nessun progetto di autonomia all'ONU questo Aprile…
- SM non ci ha ancora consultati. Sapete, si è spesso detto che il Sahara è il primo problema dei marocchini mentre la schiacciante maggioranza ignora tutto su questo conflitto. Bisognerebbe dunque cominciare con lo spiegare le basi del conflitto.
Oggi, vogliamo che il problema del Sahara sia vissuto da tutti, nella più grande trasparenza. Ogni famiglia marocchina ha conosciuto un lutto a causa del Sahara. Ogni famiglia ha dato parte del suo sangue e del suo pane quotidiano a questa regione ed a questa causa.
- Scommette sull'esistenza di una "maggioranza unionista" passiva nel Sahara contro una minoranza indipendentista attiva. Come contate di svegliare la prima per bloccare la seconda?
- Per il fronte unionista, maggioritario, lo confermo, il portavoce era l'amministrazione. Non gli abbiamo mai chiesto di manifestarsi. Questo fronte lasciava la gestione delle manifestazioni indipendentiste all'amministrazione, che ha purtroppo perso.
Tutti quelli che manifestano non sono necessariamente indipendentisti. Sono spesso degli scontenti recuperati dalla macchina separatista. Laâyoune è una grande città. Grande quanto Larache e Ksar El Kebir messe assieme. Ha dunque i suoi problemi e le sue manifestazioni sociali, come qualsiasi altro luogo, tranne per il fatto che qui sono ricuperate per motivi politici.
- Ciò che significa che la principale concorrente del Consiglio, è il movimento indipendentista locale…
- Date troppa importanza ad una minoranza. I separatisti dell'interno manifestano generalmente contro delle cose vissute individualmente con l'amministrazione locale. Per essi, l'indipendentismo è un rifugio, una sanzione contro l'amministrazione che li avrà umiliati o maltrattati.
- Gli attentati ai diritti dell'uomo nel Sahara continuano tuttavia (fino al giorno d’oggi) ad alimentare la macchina propagandistica del Polisario. Avete un qualsiasi potere per mettere fine a questi attentati?
Studiamo ogni caso individualmente e renderemo delle raccomandazioni al sovrano. Al livello della comunicazione, accusiamo un certo ritardo. Mentre la propaganda del Polisario fa fuoco e fiamme alimentando migliaia di pagine Web, trascuriamo totalmente quello che ci viene da Tindouf. Ignoriamo le estorsioni commesse laggiù. Mentre ci guadagneremmo a comunicarle ed a renderle pubbliche.
- Considera che l'indipendentismo sia dell'ordine della libertà di opinione?
- Militate per quello che volete ma non violentate le persone, non distruggete gli edifici dello stato.
- Immaginiamo che lei abbia di fronte un giovane di 19 anni, che questi conosca le tesi del fronte, sia uscito recentemente di prigione e che lei voglia convincerlo della marocchinità del Sahara. Che cosa gli direbbe?
- Non abbiamo bisogno di immaginare poiché ho già discusso con dei giovani simili. In un caso su due, ho constatato che un'amministrazione locale, in un momento o in un altro, ha commesso un errore grave contro questo giovane. Ma non ho mai percepito questo atteggiamento come irreversibile.
Sono dei giovani che vivono sotto il fascino della propaganda. Gli dico: guardate quelli che sono ritornati. Fondatori del movimento come Ayoub, che faceva paura ai bambini, o uno dei grandi ideologi del movimento, come El Admi.
- Il giovane le risponderà che quelli hanno trattato debitamente il loro ritorno…
- Ed i 7000 rimpatriati allora? Il problema, è che non si è potuto utilizzare tutte queste persone per spiegare ai giovani la realtà del movimento che li fa sognare. C'è una mancanza di spiegazioni, anche presso i marocchini del nord.
- Bel discorso… Come conta di concretizzarlo?
- Nel Sahara, le persone si stancano rapidamente dei discorsi. Abbiamo dunque l’obbligo di dare risultati. Formuliamo le nostre raccomandazioni alla più alta istanza dello stato, ad ogni modo è una buona garanzia di conclusione.
- Avete delle linee rosse?
- Nessuna. SM ci ha aperto tutte le porte. Non sono neanche socchiuse. Possiamo discutere di tutti i problemi della regione. Credo che i membri del Consiglio potranno fare delle proposte innovative.
- Finalmente, il Sahara è un problema di povertà, di identità o di dignità?
- Economicamente, il Sahara di oggi non ha niente da vedere con quello del 1975. È evidente. Lo stato ha fatto tutto, resta da guadagnare il cuore delle persone. Hassan II l'aveva detto, parecchi anni fa: "Abbiamo ricuperato il territorio, non ancora i cuori."
- Come ha fatto il Marocco a perdere il cuore di un giovane marocchino nato in Marocco negli anni ‘80 e che non ha dunque conosciuto né l'invasione militare, né i centri segreti di detenzione, ecc.?
- Vi darò un'immagine. Ad ogni volta che un alunno prende un brutto voto a scuola, disegna la bandiera del Polisario su un angolo del suo quaderno. È un segno di malcontento. Fino ad oggi, abbiamo dimenticato di trattare i Sahrawi come tutti quanti, rispettando semplicemente la cultura ed i costumi locali, lasciando il campo libero alla propaganda ed all'inquadramento proveniente dall'est.
- Nega dunque l'esistenza dei militanti conquistati alla causa sahrawi?
- No, ma è una minoranza. L'indipendentismo è una creazione dell'amministrazione locale che ha così mal gestito questo dossier.
- Sembra dimenticare l'offensiva militare dello stato centrale, i centri di Agdz, di M’gouna, ecc.
- Non lo nego, ma considero che questo è stato gestito dall'IER al livello nazionale. Anche se restano dei dossier che soffrono ancora oggi di qualcosa di incompiuto e che dobbiamo trattare.
Fonti:
Il portale politico del Sahara occidentale:
www.corcas.com
Il portale del Sahara occidentale:
www.sahara-online.net
Il portale della cultura hassani:
www.sahara-culture.com
Il portale dello sviluppo economico nelle regione del sahara occidentale:
www.sahara-developpement.com
Il portale dello sviluppo sociale nella regione del sahara occidentale:
www.sahara-social.com
Il portale delle città del sahara occidentale:
www.sahara-villes.com
martedì 26 febbraio 2008
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